Snake by the river


Gabriele Del Buono (supervisor Prof. Itsuko Hasegawa)


Internationale Sommerakademie fuer Bildende Kunst, Salzburg, AT, 1999

Internationale Sommerakademie fuer Bildende Kunst, Salzburg, AT, 1999
Il materiale qui proposto è stato elaborato durante la mia partecipazione nell’agosto 1999 allo stage estivo dell’Arch. Itsuko Hasegawa presso la 'Internationale Sommerakademie fuer Bildende Kunst' di Salisburgo. L’Architetto giapponese - forse non conoscendo profondamente la realtà urbana dei luoghi - propose come tema per lo stage la riqualificazione di ambiti fortemente danneggiati. In effetti, in linea teorica, il tema non era poi così fuori luogo: in quegli anni in Europa e nei paesi industrializzati in generale, si incominciava a discutere del riutilizzo di vaste aree industriali dismesse. Purtroppo questi problemi non lambivano, se non marginalmente, la piccola città rurale di Hallein, dove regnava la perfezione bucolica del paesaggio. Pertanto il tema dello stage risultò subito incongruente, l’Architetto scelse un boschetto di latifoglie in riva al fiume Salzach, in prossimità di una diga per la produzione di corrente elettrica per la vicina industria del legname.

In seguito di queste premesse scelsi di sviluppare un progetto per un polo culturale e museale per la raccolta e la documentazione della vita rurale attuale e passata, che racchiudesse manufatti storici, testimonianze e possibilità di workshop e attività didattiche. Poiché l’area scelta era un prato pianeggiante, L’Arch. Hasegawa mi propose di costruire un edificio ipogeo con copertura a verde calpestabile per ridurre l’impatto visivo. La mia soluzione fu quella di creare un unico elemento a nastro sinuoso, come un gigantesco serpente che striscia tra l’erba e anche la distribuzione centrale rispetta questo proposito. A scansione regolare si trovano poi le aree a servizio e dei tagli nella copertura per accedere dal prato direttamente al giardino interno per mezzo di scale in pietra. La zona di accoglienza è posizionata in corrispondenza della ‘testa’ del serpente, mentre nella ‘coda’ si trovano una sala audiovisivi e gli uffici direzionali. Infine tutte le aperture sono di diversa misura ed ampiezza a seconda del tipo di funzione da volgere all’interno delle sale ed avere così una illuminazione ottimale naturale, inoltre si aprono verso il giardino che dal piano a quota ± 0,00 degrada dolcemente alla quota di calpestio del museo. Il giardino è un hortus gigante suddiviso in molti settori regolari da vialetti e sentieri, dove per ogni stagione si possono coltivare e studiare i più tipici prodotti agricoli del nostro clima temperato/ continentale. Ne risulta così una lunga fascia protetta ben visibile dall’interno del museo e fortemente dialogante con esso, su cui sviluppare le attività didattiche all’aria aperta, consentendo al visitatore di interagire e sviluppare i necessari collegamenti concettuali tra il materiale esposto e la tangibile produzione ortofrutticola presente nell’immediato esterno.